Teatro

Il Grande Inquisitore – Action Two

Ci troviamo nella Spagna del Seicento. La Santa inquisizione governa, soggioga il paese, ed autorizza ed esercita l’inimmaginabile. Ed è qui che va in scena un dialogo impensabile, una conversazione surreale, ma che grazie al teatro e alla sua capacità che realizza la sospensione dell’incredulità – come ci hanno insegnato e dimostrato i grandi maestri – ci convince che questo miracoloso dialogo stia davvero avvenendo.
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La femme acéphale

Prendendo spunto dalla poesia di Prévert, si racconta la storia di una donna, giostraia o forse burattinaia sicuramente “disturbata” che con il suo armamentario di pentole, catini, mestoli e mastelli, gira tra le feste di piazza, le fiere, i mercati e i caravanserragli cercando disperatamente di appropriarsi di quegli spazi fisici e mentali posti ai margini della vita “normale”.
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Amleto (o Il Gioco del Suo Teatro)

In epoca elisabettiana era vietato alle donne l’andare in scena, ma sulla scia di fior di esempi (un famosissimo Amleto del 1899 con la divina Sarah Bernhardt ad interpretare il principe danese), in scena c’è una compagnia a predominanza femminile per ribaltare e shakerare il gioco scenico plurisecolare che questo testo rappresenta per tutti i teatranti da più di quattro secoli a questa parte, provando a percorrere il sentiero di un Amleto del cui suo dramma sarà lui stesso drammaturgo, regista e interprete: non è Amleto che scrive e indica cosa (e come) rappresentare ai Comici che arrivano a corte nel momento giusto in cui lui ha bisogno di una prova inconfutabile ed inoppugnabile di tradimento e colpevolezza dello zio-re Claudio? Ed ecco che, magicamente, il teatro arriva in soccorso. Come spesso accade, il teatro arriva in soccorso anche se costantemente sminuito, svilito, impoverito.
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La banalità del male

Wunderkammer per il Giorno della Memoria. Lo spettacolo è incentrato sulla personalità di Eichmann, e sulla relazione tra incapacità di pensare e mancanza di percezione delle proprie responsabilità, rintracciando nello strumento linguistico la possibilità di mentire a sé stessi, manipolando il linguaggio, o difendendosi dal pensare attraverso frasi fatte e slogan.
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L’importanza di chiamarsi Ernesto

L'Importanza di chiamarsi Ernesto è uno dei più grandi capolavori comici di tutti i tempi, con un titolo pressoché intraducibile in italiano, perché rendere l'assonanza tra l'inglese “earnest” (onesto) e il nome di battesimo “Ernest” è uno scoglio insuperabile. E quindi? E quindi, al netto della traduzione del titolo, in questa commedia non bisogna mai credere a niente e a nessuno.
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Il catalogo

Siamo sicuri che tutto quello che più desideriamo può essere scelto, comodamente, sfogliando un catalogo? Anche le cose più importanti della vita possono essere pre-confezionate e vendute a chi è disposto a pagare il prezzo imposto dall’offerente?
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La neve del Vesuvio

Ne La neve del Vesuvio lo stile di La Capria raggiunge un vertice di nitore, semplicità e trasparenza. Gli eventi di questo piccolo romanzo di formazione sono le scoperte conoscitive che vanno formando la coscienza di Tonino: da quando scopre di vivere nel tempo a quando scopre di essere uno e distinto e passa dalla pura sensazione alla parola.
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I giorni dell’abbandono

Rimasta con i due figli e il cane, profondamente segnata dal dolore e dall’umiliazione, Olga, dalla tranquilla Torino dove si è trasferita da qualche anno, è risucchiata tra i fantasmi della sua infanzia napoletana, che si impossessano del presente e la chiudono in una alienata e intermittente percezione di sé.
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Nino

Nino Rota, uno dei più grandi compositori del novecento, “l’amico magico”, come amava definirlo Fellini. L’incontro della sua musica con poeti come Amurri, Morante, Wertmuller, Suso Cecchi D’Amico, Testoni, Bonagura, Galdieri.
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Novecento

Una fiaba struggente, amara, dolcissima. La storia di un pianista eccezionale, capace di suonare una musica meravigliosa, una musica che non esiste da nessuna altra parte che non sia l’oceano. Il suo nome è Novecento, il suo mondo una nave dalla quale non sa scendere.
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Il virus colpevole

Due donne, due vite a confronto, in due epoche diverse. Desiré è una prostituta del fascio: racconta prima l’infanzia ai Sassi di Matera, poi il peregrinare delle “quindicine”, l’apertura della sua prima casa chiusa e infine l’arrivo della Legge Merlin. Virna è una trans di oggi, arrivata in Italia con la tratta da cui si è riuscita a liberare dopo notti trascorse sul marciapiede.
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Totò che padre!

Un omaggio all’uomo, all’artista e al poeta Totò, un viaggio nella vita del Principe de Curtis attraverso alcuni aneddoti tratti dai ricordi della figlia Liliana: un contributo artistico alla memoria di uno degli interpreti più significativi della nostra storia.
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Lucia Migliaccio

Il monologo è incentrato sulla figura della nobildonna Lucia Migliaccio Duchessa di Floridia, che il 27 novembre del 1814 sposerà – con matrimonio morganatico – il vedovo Ferdinando IV di Borbone, Re di Napoli. L'azione è agita in un abito – installazione, creato dalla stessa attrice, nella cui trama risiede un preciso richiamo alla tradizione tessile di San Leucio, ripercorrendo la vita piena di una donna dell’alta aristocrazia meridionale.
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I’m on fire

Ritorna a Wunderkammer Roberto Azzurro, con un testo di Carolina Sellitto e accompagnato al pianoforte da Matteo Cocca, nella sua personalissima lettura delle vicende di Giordano Bruno interpretando, oltre al filosofo, anche l’autrice del testo, l’attore Gian Maria Volontè e la regina Elisabetta I d’Inghilterra.
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Due

Due impiegati, due macchine da scrivere, due storie; un ufficio, un capoufficio, un lavoro alienante, un tempo lento e inesorabile. “Due”, liberamente tratto da “I dattilografi” di Murray Schisgal racconta di Paul e Sylvia. L’assurdo s’intreccia con il reale, le aspirazioni con i rimpianti; in un tempo bianco e rarefatto i protagonisti inciampano su se stessi e nelle trappole di una vita narrata, e troppe volte riflessa su uno specchio opaco. In un ping pong di battute e silenzi serrati, Paul e Sylvia attendono il suono della campanella, l’ultimo giro del tempo, lo scoccare delle 17, per lasciare il loro posto, uscire, forse mentirsi, per poi tornare e, di nuovo forse, raccontare ancora.
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Per oggi non si cade

Scritto da Manlio SantanelliDiretto e Interpretato da Roberto Azzurro Cosa succederebbe se, a causa di un esperimento divino o di un insolito fenomeno naturale, Napoli per un giorno rimanesse senza forza di gravità? Un torrenziale avvicendarsi di episodi, che vedono i cittadini…

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