La banalità del male

Venerdì 27 gennaio 2023 ore 21.00
Wunderkammer per il Giorno della Memoria

Palazzo Fuga
Piazza Carlo III

La banalità del male
di Hannah Arendt
riduzione e adattamento di Paola Bigatto e Anna Gualdo
con Anna Gualdo

Con il sostegno di BabelAdv, Edizioni JonglezMartusciello Vini, Rex Lifestyle Hotel e Gay Odin

I biglietti sono acquistabili sul sito all’indirizzo www.wunderkammernapoli.com e danno diritto al posto assegnato in base all’ordine di acquisto. È possibile acquistare il biglietto anche direttamente sul luogo la sera dello spettacolo, previa disponibilità di posti.

L’ingresso sarà consentito dalle ore 20.30.

Con il patrocinio morale del Comune di Napoli, della Città Metropolitana di Napoli, del FAI – Fondo Ambiente Italiano, dell’Accademia di Belle Arti di Napoli e dell’Ordine Architetti PPC di Napoli e Provincia.

Direzione artistica di Diego Nuzzo
Immagine grafica Alessandro Leone
Fotografo di scena Giancarlo de Luca

Evento realizzato con il contributo di InLight Beauty

Il 27 gennaio è il giorno in cui in tutto il mondo si commemorano le vittime dell’Olocausto. In quel giorno del 1945 le truppe dell’Armata Rossa liberarono il campo di sterminio di Auschwitz.
Anche Wunderkammer, la rassegna di teatro itinerante, aderisce alla commemorazione portando in scena, in un luogo in parte recentemente restituito alla fruizione come l’ex Albergo dei Poveri, La banalità del male di Hannah Arendt con Anna Gualdo.

La Arendt, emigrata nel 1933 dalla Germania a causa delle persecuzioni razziali, venne inviata a Gerusalemme nel 1961, come corrispondente del The New Yorker, per seguire il processo ad Adolf Eichmann, “lo specialista della questione ebraica”. Eichmann, tenente colonnello delle SS, ebbe il ruolo di organizzare lo spostamento e il trasporto degli ebrei ai campi di concentramento, per la “soluzione finale”, cioè lo sterminio degli ebrei al fine di rendere i territori tedeschi judenrein. Sfuggito al processo di Norimberga, e rifugiato in Argentina, venne catturato dal Mossad, condotto a Gerusalemme, processato e condannato a morte.


Gli articoli di Hannah Arendt, usciti prima sul giornale, e poi nel libro “La banalità del male”, suscitarono un’ondata di proteste e un’accesa polemica da parte della comunità ebraica internazionale, per la lettura data al fenomeno dell’Olocausto e dell’antisemitismo in Germania.

Lo spettacolo è incentrato sulla personalità di Eichmann, e sulla relazione tra incapacità di pensare e mancanza di percezione delle proprie responsabilità, rintracciando nello strumento linguistico la possibilità di mentire a sé stessi, manipolando il linguaggio, o difendendosi dal pensare attraverso frasi fatte e slogan. Il male estremo, l’abominio criminale contro l’uomo, rappresentato dal Nazismo, non resta tranquillamente relegato nei noti responsabili dei massacri e dell’organizzazione, ma appare come una realtà sempre presente, in agguato nella pigrizia mentale, nell’inattività sociale e politica, nel delegare le scelte di vita ad altri da noi, nell’usare la banalità e la mediocrità come alibi morale, a paradigma di un sistema che fa leva sull’assenza del pensiero, perché forme estreme di dittatura, “sono in stretta relazione con la natura stessa della società di massa e quindi possono risorgere”.
Paola Bigatto

ANNA GUALDO
Debutta giovanissima nel 1987, mentre ancora frequenta l’Accademia d’Arte Drammatica, in “La morte innamorata” di Fabio Glissenti, per la regia di Luca Ronconi. Sempre sotto la guida di Luca Ronconi ha recitato in “Gli ultimi giorni dell’umanità” di Karl Kraus, “Memorie di una cameriera” di Dacia Maraini, “Candelaio” di Giordano Bruno, “Prometeo incatenato” di Eschilo, “Le Baccanti” di Euripide e “Le Rane” di Aristofane al Teatro greco di Siracusa, “I due gemelli veneziani” di Carlo Goldoni, “Quel che sapeva Maisie” di Henry James. Tra gli altri registi con cui ha lavorato: Giuseppe Patroni Griffi (“La moglie saggia” di C. Goldoni), Massimo Castri (“Ifigenia in Tauride” di Euripide), Gigi Dall’Aglio (“Le figlie di Ismaele” di Assja Djebar e “Laudes grido a tutta gente” dai Laudari umbri del ‘200), Pierpaolo Sepe (“Il Feudatario” di Goldoni). Dal 2006 lavora stabilmente con la compagnia ricci/forte, in Italia e all’estero: “Troia’s discount”; “100% furioso”; “Wunderkammer soap#4_edoardo II”; “Macadamia Nut Brittle”; “Incendi”; “Some desordered christmas interior geometries”; “Wunderkammer soap#6_ebreo di Malta”; “Grimmless”; “Still life”. Tra la fine del 2017 e il 2018, porta in tournée lo spettacolo “Sill life”, tra il Sud e il Centro America, toccando le città di Montevideo, Buenos Aires, Cordoba, Culiacàn, Mazatlàn, Leòn, partecipando anche al FIC, il Festival Internacional Cervantino di Guanajuato, in Messico, il più importante festival di teatro dell’America Latina, proseguendo poi la tournée al Théatre de L’Archipel di Perpignan, al Teatro Leal de la Laguna di Tenerife e al Teatro Arriaga di Bilbao. Il suo ultimo spettacolo al Teatro Mercadante di Napoli è con lo spettacolo “(Omissis)” di Alessandro Paschitto, finalista al Premio Hystrio e vincitore del Premio Nuove Sensibilità.