Una passeggiata devota

12,0015,00

VENERDÌ 25 OTTOBRE 2024 ORE 21.00

INAUGURAZIONE DELLA STAGIONE TEATRALE

Fondazione Morra Greco
largo Proprio d’Avellino 17

con Isa Danieli

Pagamenti sicuri

La regina del teatro italiano inaugura la stagione con un omaggio a Enzo Moscato e al suo Luparella ovvero Foto di Bordello con Nanà, testo iconico del drammaturgo recentemente scomparso portato in scena da Isa Danieli a partire dal 1997 e trasposto anche in un film diretto da Giuseppe Bertolucci nel 2002.

Evento in collaborazione con Fondazione Morra Greco.

Con il sostegno di BabelAdv, Cantine Mustilli, Gay Odin ed Edizioni Jonglez.

L’ingresso sarà consentito dalle ore 20.30.

I biglietti danno diritto al posto assegnato in base all’ordine di acquisto. È possibile acquistare il biglietto anche direttamente sul luogo la sera dello spettacolo, previa disponibilità di posti.

L’ingresso è gratuito, previa prenotazione, per i giovani al di sotto dei 28 anni.

Con il patrocinio morale del Comune di Napoli, della Città Metropolitana di Napoli, del FAI – Fondo Ambiente Italiano, dell’Accademia di Belle Arti di Napoli e dell’Ordine Architetti PPC di Napoli e Provincia.

Direzione artistica di Diego Nuzzo
Immagine grafica Alessandro Leone
Fotografo di scena Giancarlo de Luca

Protagonista della vicenda è Nanà, l’anima candida e reietta, giovane-vecchissima creatura al servizio “minuto” delle donne di un bordello arroccato sui “Quartieri Spagnoli”, nella Napoli, desolata e avvilita, dell’occupazione nazista, sul finire dell’estate del 1943. È Nanà, simbolo di una Napoli-risentimento e non da folclorica cartolina, voce e volto d’azione di riscatto, a fronte delle infinite bugie e menzogne su un popolo, consegnatoci da chi ce lo tramanda come inerte e infingardo, pagnottista e voltagabbana, a farsi, nella vicenda, l’artefice violenta d’un delitto, d’una specie di catarsi, improvvisa e sanguinaria, attuata a difesa di una vittima, di qualcuno più soggetto e più debole di lei: di Luparella, appunto: l’altro corpo-non corpo in scena, puro fantasma, evocazione di memoria, ombra fedele di Nanà nell’osceno e sboccato rosario dei martirii. Luparella, vecchia puttana dei casini, consumata dalle malattie e le paure. Soglia, pietosa e disumana, in bilico continuo tra essere e non essere, speranza e perdizione, che muore nel dare alla luce, nel bordello spopolato perfino dalle sue “signorine”, un’anonima creatura, fatta venire al mondo dalla stessa incompetenza e passione di Nanà, mentre che, sul letto, “in articulo mortis”, la vecchia prostituta viene ancora oltraggiata dalla foga sessuale di un giovane nazista, salito alle stanze del casino, perché in cerca occasionale d’amore, o forse, d’ulteriore, occasionale sopraffazione a danno d’indifesi. Questo riallestimento tende a sottolineare gli aspetti evocativi e metaforici della pièce nonché a marcare fortemente le valenze squisitamente linguistico-fantastiche del testo che, sulla scena, diventa quasi un canto continuo, una sorta d’appassionato “lied” tedesco-partenopeo, veicolante l’essenza d’universo, cosmo, della realtà di Napoli, qualcosa di non provincialistico o locale, pur usando fino in fondo l’arcinoto e teatralissimo suo idioma.

Enzo Moscato